Gli elettori della Città Bianca hanno scelto, l’esito del ballottaggio ha premiato Guglielmo Cavallo, neo sindaco di Ostuni, candidato del centro destra sostenuto da cinque liste, già vice dell’ex sindaco Gianfranco Coppola. Il rinvio del risultato finale si era reso necessario dopo il testa a testa del primo turno tra lo stesso Cavallo ed il suo sfidante Domenico Tanzarella, già sindaco di Ostuni. Affluenza in calo quella del 9 giugno, rispetto al primo turno di queste amministrative, di domenica 26 maggio:si è infatti passati dal 72,09% dei 27.421 cittadini aventi diritto,al 55,91%, per un totale di 15.330 votanti. Il 52,2% degli elettori si è espresso in favore di Guglielmo Cavallo, che prevale così sul 47,8% del candidato sindaco, dunque consigliere comunale d’opposizione, Domenico Tanzarella. Con il sindaco Cavallo entrano in Consiglio comunale Maria e Natale Pecere, Marilena Zurlo (assessore al bilancio della prima giunta Coppola), Claudia Trifan (assessore alle attività produttive della prima giunta Coppola) e Antonio Galizia candidati nella lista Obiettivo Comune, Francesco Semerano, Antonella Palmisano e Vittorio Carparelli (rispettivamente assessore alle Politiche sociali e al Turismo della terza giunta Coppola) ed Elio Spennati (Direzione Italia), più Giovanni Zaccaria (candidato quest’anno alle primarie di centro destra contro Cavallo) Francesco Beato e Lucia Andriola (Ostuni Futura), Margherita Penta ed Ernesto Camassa(Lega), Giuseppe Bagnulo (Forza Italia). Consiglieri d’opposizione saranno invece Domenico Tanzarella ed Angelo Pomes (candidato sindaco che ha fatto registrare un sorprendente risultato al primo turno), Giuseppe Tanzarella (Avanti Ostuni), Andrea Pinto ed Angela Matarrese (Tanzarella per Ostuni), Giovanni Parisi (Ostuni che lavora), Emilia Francioso (Scelta Sociale), Adriano Zaccaria (Ostuni Popolare), Angelo Brescia (Partito Democratico). Anche stavolta, così come nella tornata elettorale del 2014, nessuno dei candidati ha raggiunto la soglia necessaria per essere eletto al primo turno.La maggioranza dei 19.748 votanti, dei 27.421 aventi diritto, hanno accordato a Domenico Tanzarella, candidato del centro sinistra sostenuto da sei liste, 8.117 preferenze, ovvero il 42,03%.A Guglielmo Cavallo, candidato del centro destra sostenuto da cinque liste, sono andati 6.243 voti, ovvero il 32,33%. Angelo Pomes, candidato del Partito Democratico sostenuto da due liste, ha ottenuto 3.782 voti, ovvero il 19,58%. Domenico Pecere, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, sostenuto da una lista, ha ottenuto 1.169 voti, ovvero il 6,05%. Ruolo cruciale al ballottaggio è spettato tanto a chi ha disertato le urne, quanto a chi ha dovuto per necessità scegliere un candidato diverso da quello sostenuto il 26 maggio. Tanto Pecere quanto Pomes a tal proposito non hanno dato indicazioni ai propri elettori, lasciando piena libertà di appoggiare l’uno o l’altro contendente. «È stato un ballottaggio difficile, contro un avversario storico del centrodestra, onore a lui e alla sua squadra, ma noi siamo stati più bravi. Ripartiamo con tanto entusiasmo e con la voglia di mettere in campo quanto presentato in campagna elettorale», ha dichiarato a caldo il neo primo cittadino ostunese, abbracciato da un caloroso tifo da stadio. «Sono stati quattro mesi faticosissimi ma alla fine abbiamo raggiunto il risultato per cui siamo scesi in campo. Abbiamo vinto con tutte le forze del centrodestra, hanno vinto il popolo e la democrazia, la libertà. Adesso dobbiamo sanare ferite ed acredini anche con gli avversari, tutti e tre hanno reso omaggio alla nostra vittoria, un gesto non solo formale ma sostanziale, che riconosce il merito di chi ha vinto mettendosia lavoro per il bene comune tra i banchi dell’opposizione. Ci metteremo al lavoro da subito e ci rimboccheremo le maniche, come sempre fatto». Si chiude così un capitolo amministrativo avviato dalla raccolta firme dal notaio che fece cadere la giunta comunale guidata da Gianfranco Coppola a pochi mesi dal voto. L’allora maggioranza di centrodestra confermò la volontà di non concedere una seconda chance al primo cittadino uscente, Gianfranco Coppola, ricorrendo allo strumento delle primarie di coalizione per individuare il candidato sindaco. Anche l’appuntamento interno nell’area moderata, fu caratterizzato tra divisioni e contrasti, archiviati però, con la vittoria il 17 marzo scorso, di Guglielmo Cavallo sullo sfidante Giovanni Zaccaria, che ora potrebbe essere nominato vicesindaco nella futura amministrazione. Un centrodestra che diede comunque prova di unità portando, già tre mesi fa, alle primarie 3000 persone. Fu quello un primo segnale di dinamicità del gruppo all’interno del consenso elettorale cittadino. Ora si apre una nuova pagina, nuovamente targata centrodestra, con la viva speranza che, indipendentemente dagli schieramenti cui apparterranno coloro che siederanno in giunta, Ostuni e gli ostunesi restino il primo punto all’ordine del giorno sempre ed a prescindere da altre logiche che troppo spesso hanno rallentato il progresso di un paese, ormai da troppo tempo un passo indietro rispetto ad altre realtà limitrofe più fiorenti. A margine della vittoria di Cavallo, le reazioni. «Ad Ostuni, oltre alla vittoria, abbiamo un altro motivo d’orgoglio e soddisfazione: Forza Italia ritorna, dopo lunga assenza, con un suo rappresentante nel comune brindisino», affermano il commissario regionale pugliese di Forza Italia Mauro D’Attis e il vicecommissario Dario Damiani, entrambi parlamentari, a proposito della vittoria al ballottaggio. «In Puglia, poi, le vittorie di Foggia, Corato e Ostuni consacrano il gradimento degli elettori verso una proposta politica che premia un centrodestra prima di tutto unito. Rappresentato da candidati frutto della sintesi, ma credibili, competenti, autorevoli e per questo vincenti», afferma Raffaele Fitto, eurodeputato di Fratelli d’Italia. Amarezza, invece, tra promotori e sostenitori della coalizione civica guidata da Tanzarella. E dito puntato, soprattutto, contro il Partito democratico, per quello che appare il cortocircuito finale, a margine della prima campagna elettorale “da separati”, dopo un’alleanza lunga vent’anni.