DOPO L’OSCAR, I RAGAZZI DELLA BARNABA BOSCO TORNANO CON “NERO SU BIANCO”
L’amore per le parole, per le lettere che concatenandosi vanno a comporre man mano idee, concetti, significati, animate da un desiderio, talvolta innato, spesso coltivato, di raccontare, spiegare, argomentare. La nobile arte della comunicazione in tutte le sue sfaccettature è stata il fulcro del progetto Pon che ha unito gli appassionati (ed appassionanti) ragazzini delle scuole medie di Ostuni Barnaba e Bosco, alle prese con la stesura e la redazione del giornalino scolastico “Nero su Bianco – Notizie dalla Barnaba Bosco”. Una tradizione capace di connettere i ragazzi al mondo che abitano, dai più immediati corridoi della scuola, stracolmi d’ogni tipo d’apprendimento didattico ed esperienziale, alle più distanti vicende quotidiane, dense d’accadimenti strettamente legati al futuro che li attende. «Negli scorsi due anni si è deciso di continuare una tradizione che si era interrotta da qualche tempo, cioè pubblicare un giornalino scolastico – spiega il professor Salvatore Amorella, dirigente scolastico dei due plessi – L’impresa è stata faticosa ed esaltante allo stesso tempo, e l’apprezzamento in entrambe le esperienze è stato unanime. Il giornalino redatto nell’a.s.2017/18 è stato addirittura selezionato a livello nazionale tra le migliori testate giornalistiche scolastiche, con relativa premiazione in quel di Pescara, insieme a tante altre scuole italiane. Scrivere non è solo esercizio di esternazione delle proprie opinioni o delle proprie emozioni ma anche un modo per imparare ad esprimersi correttamente, a calibrare e correlare fra loro frasi e parole: è un formidabile esercizio didattico che ci è parso giusto riproporre quest’anno all’interno di un PON, con tempi più distesi e con l’ausilio di un giornalista esperto esterno, che ha potuto migliorare la qualità intrinseca ed estrinseca del giornale. Scrivere e pubblicare il giornalino di istituto rimane inoltre un modo per sentire più forte l’appartenenza comune ad un unico progetto didattico ed educativo, una sorta di “divisa” letteraria della nostra scuola». Dalla scelta del titolo della testata alla costituzione della redazione, dalle visite guidate al laboratorio vero e proprio, in cui la messa in pratica individuale e collettiva delle produzioni dei ragazzi hanno portato alla stesura degli articoli, poi trascritti al computer per essere dunque selezionati e impaginati man mano, fino a comporre le dodici pagine di “Nero su Bianco”, un opera di genuina brillantezza costellata da oltre cinquanta pezzi che spaziano dalla cronaca, alle lettere aperte, passando per articoli di divulgazione e d’opinione. Da febbraio ad aprile la redazione ha lavorato a pieno ritmo, coordinata dalle professoresse Isabella Sgura e Rosa Iaia, giungendo al risultato delle dodici pagine da scoprire e sfogliare, ognuna dedicata ad una specifica tematica, tutte caratterizzate da quell’affascinante prospettiva ammantata d’incanto giovanile. Tra le esperienze esterne vissute dal gruppo di lavoro, anche la visita presso la redazione di Liber@mente, dove i ragazzi hanno appreso le fasi della composizione del mensile già noto a parecchi di loro: la riunione di redazione, la scelta delle tematiche da inserire nelle relative sezioni del giornale (dunque la spiegazione sulla scelta delle sezioni stesse), la divisione del lavoro tra i collaboratori, l’organizzazione degli spazi a disposizione tra contenuti e pubblicità (dunque una parentesi sulla sostenibilità di un progetto editoriale), la stesura del menabò ed il lavoro di impaginazione, seguito dalla correzione di bozza e dalla stampa finale. Come anticipato al commento del dirigente scolastico, l’esperienza dello scorso anno ha portato alla Barnaba Bosco l’Oscar del Giornalismo, ritirato a Pescara nel mese di aprile, un fattore che certamente ha stimolato ulteriormente l’operato dei ragazzi rinnovando ed ampliando l’interesse per il progetto: «Anche per questo nuovo anno scolastico le nostre scuole hanno realizzato un giornalino scolastico, attraverso un progetto PON che ci ha permesso di curarne di più i dettagli – spiegano i giovani protagonisti – La nostra speranza è che anch’esso meriti i dovuti riconoscimenti, visto l’impegno profuso. Ma se non dovesse accadere, nessuno di noi si butterà giù: sui nostri volti non mancheranno il sorriso e la soddisfazione di aver realizzato un prodotto tutto nostro!»