Il Piano di Riordino ospedaliero inizia a raggiungere la sua operatività e ad Ostuni, dallo scorso mercoledì 22 febbraio, non è più possibile ricoverare pazienti in Pediatria, che resta accessibile dalle 8 alle 14 dal lunedì al venerdì, con possibili pacchetti ambulatoriali specialistici in Day Service. Discorso analogo per il reparto di Cardiologia, con il blocco dei ricoveri e una disponibilità di dodici ore quotidiane coadiuvata dall’unità di Medicina Generale. Dall’1 marzo è stato avviato il potenziamento del reparto di Pneumologia e del Pronto Soccorso. I mutamenti attivati nelle ultime settimane sono il risultato di un processo protrattosi negli ultimi mesi e concretizzato nella delibera della Giunta Regionale del 17 febbraio che ha attuato le direttive della Delibera del 30 novembre scorso, cioè l’ormai famoso Piano di Riordino delle strutture ospedaliere approvato dal Governo italiano. Già in fermento da qualche tempo sulla delicata questione, la cittadinanza ostunese ha iniziano a manifestare attivamene il proprio dissenso verso la chiusura di due reparti ritenuti fondamentali in una città punto di riferimento della zona tra i Comuni limitrofi e capace di diventare enorme bacino d’utenza turistica in determinati periodi dell’anno. I cittadini hanno iniziato a gridare il proprio dissenso, si sono dati appuntamento prima presso i locali della Chiesa dei Santi Medici e qualche giorno dopo davanti l’Ospedale con un sit-in a cui hanno partecipato i rappresentanti della istituzioni locali. L’incontro con il Direttore Generale della Asl Giuseppe Pasqualone, ha acceso una lieve speranza testimoniata dalla nota dello stesso primo cittadino: «Si dà seguito a quanto stabilito a seguito della costituzione del Comitato del NO alla chiusura dell’Ospedale di Ostuni e della manifestazione ostunese. Il documento con cui si chiede la rimodulazione delle disposizioni che interessano il nostro Ospedale, continua ad essere sottoscritto da numerose mamme e famiglie sensibili alle problematiche che la chiusura di Pediatria comporterebbe. In merito alla proposta da noi avanzata, il Dott. Pasqualone si è dichiarato propenso a valutarne meriti e contenuti, sulla scorta anche di un incremento della rete urgenza di un Pronto Soccorso che si andrà a potenziare. Oltre ad alcuni aggiustamenti logistici immediati infatti, il comparto per le emergenze dovrebbe vedere la sua definitiva allocazione nella nuova piastra, i cui lavori , terminate le ultime formalità giuridiche potrebbero essere ultimati nel giro di alcuni mesi». Difficile invece trovare compromessi per Cardiologia, che rimane un servizio ambulatoriale accessibile dall’utenza per 12 ore al giorno, compresi i festivi. L’appuntamento di mobilitazione più eclatante, almeno fino a questo momento, probabilmente è stata la manifestazione di sabato 4 marzo: un corteo si è riunito in viale dello Sport ed ha attraversato le principali vie cittadine fino a raggiungere una Piazza della Libertà piena come nei gironi di festa. A partecipare all’evento infatti gente d’ogni età ma non solo di Ostuni, perché l’appello del Comitato ostunese per il diritto alla salute è stato accolto dai Comuni di Carovigno, San Vito dei Normanni Grottaglie, San Michele Salentino, Ceglie Messapica, Francavilla Fontana, e Cisternino, rappresentati da cittadini ma anche da figure istituzionali. Ad arricchire il tutto la presenza degli studenti di scuole e licei, di tanti scolari e bambini, e numerose associazioni, anche sportive. Le stime delle forze dell’ordine hanno parlato di oltre mille presenze per il corteo e oltre duemila poi in piazza. Nelle dichiarazioni di Gianfranco Coppola spicca la linea di pensiero “battagliera” portata avanti con forza ormai da tempo: «Questo piano di riordino è abbastanza confusionario perché nelle ultime delibere che hanno deciso la chiusura di Pediatria e Cardiologia, si smista personale come fossero pacchi. Noi non ci stiamo. Chi mi conosce sa che la mia capacità di mediazione sfiora l’impossibile, anche nella mia situazione politico amministrativa, ma la mia capacità di mediare con chi invece ha già deciso quale deve essere la fine e la sorte dell’ospedale di Ostuni, come anche quella di Fasano, non mi trova e non ci trova assolutamente d’accordo. Questa è la prima manifestazione, senza nulla togliere al comitato organizzatore che ringrazio per aver egregiamente organizzato questa mattinata in maniera corretta, perché la correttezza e la legalità devono essere l’emblema della nostra protesta, ma ritengo che la prossima si debba fare a casa del nostro presidente. La provincia brindisina è diventata la Cenerentola delle province pugliesi, viviamo grosse emergenze, abbiamo tanti problemi ma non riceviamo nessun aiuto regionale. Le lotte sul territorio non devono avere una collocazione politica, non credo che un partito di sinistra, o un partito di destra, o un partito di centro voglia il male o il peggio per il proprio territorio. Siccome queste battaglie sono per il bene del territorio e per il bene cittadini io ringrazio tutti quelli che scelgono di essere al nostro fianco. Avremmo preferito essere trattati dalla Giunta Regionale alla stregua di Grottaglie e Casarano, per i quali si è deciso che rimangano tali e quali fino a quando non verranno costruiti il San Cataldo di Taranto e potenziato il Vito Fazi di Lecce: perché la stessa cosa non può avvenire per Ostuni? Io non credo che riuscirò a vedere con i miei occhi l’ospedale “Brindisi Nord” (o forse dovremmo catalogarlo come “Bari Sud”) perché già per il Perrino abbiamo impiegato più di trent’anni per vederlo realizzato e tutt’ora subisce interventi di ammodernamento. Noi abbiamo fatto delle richieste ben precise alla Giunta e al Presidente Emiliano. Lui ad una riunione con il sottoscritto aveva assicurato che tutti gli ospedali di base avrebbero conservato le strutture complesse esistenti: questo sta succedendo per tanti ospedali, sicuramente non succederà per Ostuni». Un Ospedale che peraltro da tempo è alle prese con il blocco dei lavori di un’intera nuova ala, che secondo lo stesso primo cittadino può ampliare il discorso sanitario ostunese: «Personalmente ho chiesto ai miei tecnici di conoscere la situazione dei lavori dell’ala nuova che aspettiamo da più di 12 anni. Sono pronto a fare un esposto in Procura ed alla Corte dei Conti se non vedo immediatamente proseguire e consegnare questi benedetti lavori, perché forse solo con la nuova piastra riusciremo ad interloquire su una situazione di più ampio respiro per il futuro della nostra sanità. Io non mi sono mai arreso – ha concluso il Sindaco della Città bianca – ne mi arrendo a nessuna battaglia e ne ho fatte tante, metaforiche e non. Sono sempre stato al vostro fianco e continuerò a farlo. Il riordino parla di risorse e di numeri, ma dietro questi numeri ci sono persone, bambini, gente bisognosa che ha bisogno di cure, c’è insomma il sacrosanto diritto alla salute».