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Una stagione da dimenticare

La stagione della Cestistica Ostuni non si è conclusa nel migliore dei modi, certamente non come si sarebbero aspettati tutti quei tifosi che, seppure consci delle altalenanti prestazioni e delle difficoltà riscontrate nel campionato di Serie C Silver appena consegnato agli archivi, non si sarebbero proprio immaginati un epilogo del genere. La corsa gialloblu si è chiusa al primo turno playoff, una doppia sconfitta senza prova d’appello quella inflitta dal Francavilla dell’ex coach ostunese Beppe Vozza a capitan Tanzarella e compagni, un match da dentro o fuori in realtà mai in discussione. È finita perciò male, con lezione di basket annessa anche davanti al pubblico del PalaGentile. Francavilla ha passato il turno meritatamente dopo due partite in cui la Cestistica è stata abbastanza irriconoscibile, lontana parente della squadra capace per mesi di dominare sui campi delle squadre più forti del girone. Ma nello sport non vince ciò che poteva essere, e l’Ostuni è stata discontinua e poco solida fino al crollo degli ultimi mesi. Giunta anzitempo l’ora dei bilanci, sarebbe riduttivo trovare colpevoli in una stagione negativa, e servirebbe a ben poco perché gli errori, la sfortuna, le scelte sbagliate fanno parte del gioco. Quando si cambiano tre allenatori e si ruotano dodici giocatori, è già sintomo che le cose non sono andate nel verso giusto. L’arrivo del coach mesagnese Cosimo Romano coincise con una lunghissima serie di vittorie e risultati positivi, partendo da Ceglie e passando dalle belle vittorie casalinghe contro Castellaneta, Altamura, Manfredonia e Mola, e dalle trasferte di Martina, Lecce e addirittura Corato, con quel canestro di Baraschi, indelebile nella memoria di tutti. Si può dire che ci siano stati due momenti di rottura a far crollare un equilibrio a tratti precario, o meglio due fattori, uno tecnico, l’altro psicologico: la forzata rinuncia a Doychinov, il centro bulgaro che aveva un’importanza capitale, e poi una partita, quella di Monopoli. Per 35 minuti una squadra vera, forte, unita, organizzata in una prestazione clamorosa, rovinata da un blackout tradottosi in una incredibile sconfitta. Da quella domenica, derby vinto contro Ceglie a parte, una caduta verticale terminata in un finale agonizzante. «È stata una stagione molto travagliata – ha spiegato il patron, Domenico Tanzarella – Il fatto che una squadra cambi 4 giocatori in corsa è emblematico dei nostri problemi di infortuni o di altro genere, con giocatori che potevano fare al caso nostro e che sono dovuti andare via per loro personali situazioni. Nonostante l’impegno dei ragazzi, è venuto fuori qualche limite tecnico o caratteriale che non ci ha consentito di dare il meglio. Mi dispiace, perché potevamo fare qualcosa in più ma nello stesso tempo bisogna dire che il Francavilla, che si era piazzato prima di noi, non ha rubato niente. Ha vinto due partite, sia in casa che fuori, quindi complimenti a loro: hanno dimostrato con umiltà di saper mettere un mattone sull’altro e di raggiungere l’obiettivo. I nostri problemi, evidentemente, sono altrove: non ho timore nel dire che sono stati nella conduzione della squadra in campo e nei problemi che le guardie hanno nel difendere. Infine, attacchiamo troppo spesso sulla scorta di iniziative dei singoli. Ma le analisi tecniche le fa meglio di me il mio amico Coco Romano, che devo ringraziare: devo ringraziare lui e tutti i giocatori e il pubblico. L’impegno, come sempre, è di fare meglio, di aggiustare qualche errore che abbiamo fatto quest’anno, sia nelle scelte che nell’organizzazione, e di ottimizzare l’investimento. In questa stagione, la cosa più brutta e antipatica è che l’investimento non è stato assolutamente proporzionato con il risultato raggiunto: aspetto che mi diano, l’allenatore innanzitutto, le indicazioni sulla scorta dell’ esperienza fatta quest’anno. Il direttore sportivo deve avere da noi le indicazioni da attuare: se mettiamo a confronto noi e il Francavilla sulla base degli investimenti fatti, noi avremmo dovuto vincere di 20 punti di scarto entrambe le partite. C’è qualcosa che non funziona e quindi dovremo porre rimedio a questo»

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