I MURETTI A SECCO PATRIMONIO DELL’UMANITÀ
Custodisce il Dna del nostro paesaggio rurale. È uno dei primi esempi di manifattura umana, presente in quasi tutte le regioni italiane, sia per fini abitativi che agricoli, sempre realizzata in perfetta armonia con l’ambiente circostante, e per questo simbolo di una relazione armoniosa fra uomo e natura. Diversi concetti ma che possono essere ricompresi in un’unica parola: “arte”. Ed è proprio come forma di arte che l’Unesco ha iscritto la pratica rurale dei “muretti a secco” nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità. E si è congratulato sul suo profilo Twitter, oltre che con l’Italia, anche con gli altri sette paesi europei che hanno presentato la candidatura: Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera. Un riconoscimento che conferma «ancora una volta» come i valori dell’agricoltura siano «riconosciuti come parte integrante del patrimonio culturale dei popoli», osserva il ministro delle politiche agricole e del turismo, Gian Marco Centinaio. Il nostro Paese si fonda sull’identità – continua Centinaio – i nostri prodotti agroalimentari, i nostri paesaggi, le nostre tradizioni e il nostro saper fare sono elementi caratterizzanti della nostra Storia e della nostra cultura. Non è un caso quindi che, dei 9 elementi italiani riconosciuti dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità, ben 4 appartengano al patrimonio rurale e agroalimentare ». «Un risultato – sottolinea – che conferma l’importanza di questo comparto nel nostro Paese e quanto sia fondamentale, come Governo e come cittadini, non dimenticare mai le nostre radici. Ecco perché è necessario continuare a investire nella promozione e nella valorizzazione, anche a livello internazionale, delle nostre produzioni agroalimentari e dei nostri territori». Un bene che rappresenta al tempo stesso, per la Coldiretti, «il lavoro di generazioni di agricoltori, impegnati nella lotta al dissesto idrogeologico provocato da frane, alluvioni o valanghe». Ed è un bene che «valorizza ancora di più l’unicità del nostro territorio», afferma Michele Emiliano, il presidente della Regione Puglia.L’ente si è fatto promotore, insieme ad altre Regioni, di questa candidatura. «La nostra terra, dal Salento alla Capitanata, è incorniciata dai muretti a secco, opere che tracciano il lavoro dell’uomo rispettoso dell’ambiente, testimonianza di una storia contadina antica che mantiene intatta la sua autenticità nel tempo», afferma Emiliano. In Italia è possibile vederne esempi in numerose regioni, tra cui, oltre alla Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia, Campania, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Trentino Alto-Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lazio. «L’arte del “Dry stone walling” riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra secca», spiega l’Unesco nella motivazione del provvedimento. I muretti a secco svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l’erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l’agricoltura. Tuttavia questa antica pratica sta scomparendo, per la mancanza di manodopera specializzata. Per questo sono nate diverse scuole sul territorio nazionale che cercano di preservarne la millenaria cultura artigiana. «Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l’ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura», evidenzia sempre Emiliano. «Questo riconoscimento – aggiunge il governatore della Puglia – celebra un elemento della nostra tradizione che identifica i luoghi della nostra memoria e che si tramanda di generazione in generazione. Grazie a Unesco potremo valorizzare ancora di più l’unicità del nostro territorio e far apprezzare tutta questa bellezza ai visitatori e ai turisti che verranno a trovarci da ogni parte del mondo». «La pietra – sottolinea l’assessore al Turismo della Regione Puglia, Loredana Capone – è quel “dettaglio” che fa la Puglia. Nel muretto a secco poi racconta tutta la genialità e la fatica, la precisione e la bellezza del lavoro dell’uomo. Nel tempo è rimasta una tecnica di divisione nelle campagne ancora valida e bellissima, che diventa paesaggio. Abbiamo sempre creduto che i muretti a secco fossero un patrimonio unico di storia e di identità locale. Oggi questo riconoscimento ci dà ragione. Vogliamo valorizzare i muretti a secco in Puglia e li metteremo al centro di nuovi itinerari».