Il Consiglio regionale della Puglia ha approvato a maggioranza il disegno di legge per contrastare la ‘Xylella fastidiosa’, il batterio da quarantena, apparso nel 2012, che provoca il disseccamento rapido dell’olivo e che ha devastato vaste zone agricole della provincia di Lecce e si è manifestato anche nelle province di Brindisi e Taranto. La Regione sosterrà la ricerca scientifica, promuovendo l’istituzione nell’area infetta di un laboratorio diffuso a cielo aperto, che possa consentire la più ampia sperimentazione da parte delle istituzioni scientifiche e il coinvolgimento della aziende agricole. È vietato lo spostamento, all’interno della zona delimitata e della zona infetta verso la rispettiva zona cuscinetto, delle piante specificate che sono state coltivate, per almeno parte del loro ciclo vitale, nella zona delimitata stabilita. La legge (approvata con emendamenti) prevede delle deroghe per le piante coltivate in particolare in un sito registrato in conformità alle direttive comunitarie e autorizzato dal Servizio Fitosanitario regionale come sito indenne. Prevista, infine, la istituzione dell’Agenzia per l’Innovazione in Agricoltura (Arxia). Si tratta del punto più controverso. Infatti si è registrato nella maggioranza il voto contrario del consigliere Cosimo Borracino di Sinistra Italiana. La Giunta regionale vi dovrà provvedere entro 40 giorni, inquadrandola come ente strumentale della Regione, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia amministrativa, organizzativa, contabile e patrimoniale. L’Arxia dovrà supportare la Giunta regionale nell’ambito delle politiche che riguardano i settori agricolo, agroalimentare, forestale, della caccia e delle pesca e dovrà anche coadiuvare il Servizio Fitosanitario regionale. «Abbiamo fortemente voluto l’approvazione per dotare la Puglia degli strumenti di reazione necessari a fronteggiare un disastro fitosanitario che non ha precedenti». Lo ha spiegato il presidente della Regione, Michele Emiliano. Secondo Emiliano, «tra le mille emergenze che la diffusione della Xylella ha prodotto, la Regione Puglia ha scelto di concentrarsi prioritariamente sulle azioni di contrasto. Innanzitutto, vi era l’imperativo di difendere il più possibile il territorio pugliese ancora indenne da un’eventuale diffusione della batteriosi», ha detto. «A tutti è chiaro quanto possa risultare ulteriormente drammatica l’eventualità di una estensione dell’infezione al parco dei grandi ulivi posto tra Ostuni e Fasano. D’altra parte – ha proseguito il governatore – l’attività di contrasto si è resa necessaria per eliminare la minaccia dell’avanzamento della procedura di infrazione da parte della Ue, il che avrebbe aggiunto una beffa al rilevante danno subito. Le associazioni di categoria, intanto, tracciano un bilancio da brividi: «Disastrosa la stima del danno arrecato dalla xylella nelle province di Lecce, Taranto e Brindisi, secondo quanto rappresentato dal Direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, Gianluca Nardone. Si parla di oltre 10 milioni di piante infette e di un danno che supera di gran lunga il miliardo di euro», denuncia il presidente regionale di Coldiretti, Gianni Cantele. «Dopo aver creato il Piave per evitare che la fitopatologia dilaghi ancora, attraverso il primo serio piano di monitoraggi, il 2017 sarà l’anno in cui la Regione Puglia – ci ha garantito il direttore Nardone – grazie ai migliorati rapporti con l’Ue, potrà dare risposte concrete agli olivicoltori senza reddito da 3 anni». In base agli articoli 16, 17 e 18 del Regolamento Ue 652 del 2014, per cui il budget comunitario totale per fitopatologie e zoonosi è pari a 20 milioni di euro, il Direttore Nardone ha un congruo sostegno finanziario per le attività di eradicazione, controllo e sorveglianza della malattia, sottolineando che per i monitoraggi la Regione Puglia ne ha già spesi 5 e stigmatizzando la evidente e grave insufficienza del fondo. «Abbiamo ribadito la necessità di salvare i nostri ulivi monumentali che, a differenza di tutto il resto del mondo, sono censiti – ha spiega Nardone, a margine degli incontri a Bruxelles – evitando, attraverso l’incappucciamento e ogni altro metodo utile, di eradicare gli esemplari secolari nel raggio di cento metri dalle piante infette. Abbiamo chiesto di utilizzare oltre 40milioni di euro della misura 4.1 del Piano di sviluppo rurale destinare solo al Salento, solo alla zona infetta e solo agli olivicoltori». Determinanti i risultati raggiunti sul fronte reimpianti e liberalizzazione del commercio delle barbatelle. «La conquistata credibilità della Regione Puglia – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – ha consentito di centrare due obiettivi che finora sembravano irraggiungibili, la possibilità di reimpianto delle specie varietali resistenti, a partire dal leccino e dall’Fs-17 e la liberalizzazione del commercio delle barbatelle, facendo leva sul valore aggiunto della termoterapia e ipotizzando addirittura un marchio di qualità ». Intanto, è attivo il portale che dà il via libera alla semplificazione per accedere alle provvidenze previste dal Decreto Ministeriale 21 del 2015 che ha dichiarato il carattere di eccezionalità per i danni causati dalla xylella fastidiosa nei territori pugliesi dal 1° gennaio 2014 al 30 giugno 2015. «È possibile inserire le domande di indennizzo – conclude Coldiretti Puglia – per 1500 potenziali danneggiati dalla xylella, secondo quanto disposto dal decreto legislativo 29 marzo 2004, che detta le regole per la richiesta di stato di calamità naturali.